“La guida del discernimento non può che essere l’«amore misericordioso» (n. 312) e la coscienza delle persone è innanzi tutto il luogo appropriato in cui esso si svolge, a cui «stentiamo a dare spazio» (n. 37) e che invece «dev’essere meglio coinvolta nella prassi della Chiesa» (n. 303): i fedeli «tante volte rispondono quanto meglio possibile al Vangelo in mezzo ai loro limiti e possono portare avanti il loro personale discernimento davanti a situazioni in cui si rompono tutti gli schemi» (n. 37). Lo ha affermato p. Giacomo Costa SJ, Direttore della rivista “Aggiornamenti Sociali”, intervenuto sul tema: “Il discernimento” martedì scorso nella casa diocesana di Baida, dove ha parlato ai presbiteri e diaconi e nel pomeriggio al Teatro “Orione” dove ha intrattenuto gli operatori pastorali. Nella prospettiva che abbiamo delineato il ruolo della coscienza non può limitarsi al riconoscimento di essere nell’errore o nel peccato: essa può anche «scoprire con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l’ideale oggettivo» (n. 303).
Il relatore proseguendo ha affermato che la “scommessa” di papa Francesco è che questo cammino di discernimento, personale ed ecclesiale, saprà produrre le risorse con cui «continuare ad approfondire con libertà alcune questioni dottrinali, morali, spirituali e pastorali» (n. 2). Sarà la pratica a cambiare la teoria e soprattutto a scoprire il modo adeguato di formularla e presentarla: «non si deve gettare sopra due persone limitate il tremendo peso di dover riprodurre in maniera perfetta l’unione che esiste tra Cristo e la sua Chiesa, perché il matrimonio come segno implica “un processo dinamico, che avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio» (n. 122). Proprio come la “Laudato si’” al n. 244, anche l’Amoris laetitia.
“Dentro il lavorio che stiamo portando avanti della ricezione dell’Amoris laetitia che il Santo Padre ci ha donato – ha affermato l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice – dobbiamo impegnarci nella ricerca per vivere una vita cristiana adulta che deve esprimere tutto il bene che l’uomo è capace di trovare dentro di se. Per fare questo dobbiamo avere una coscienza desta, formata, matura e capace di discernere per una lettura corretta sia personale, sia comunitaria ed ecclesiale”. Lorefice durante il suo intervento ha letto il brano evangelico di Giovanni al capitolo 16, dove si narra che Gesù stesso chiede il discernimento della sua persona che rimanda al segno di Giona.
L’incontro è stato il primo di tre eventi che coinvolgono tutte le componenti della Chiesa di Palermo nel cammino sinodale che si sta compiendo sotto la guida del Vescovo mons. Corrado Lorefice alla luce dell’Esortazione post sinodale “Amoris laetitia”.
Seguirà l’Assemblea Pastorale che si svolgerà venerdì 24 febbraio 2017, alle ore 18 sul tema “I Sinodi nella storia della Chiesa” e sabato 25 febbraio 2017 alle ore 9.30 “Per una Chiesa della sinodalità” presso Chiesa SS. Salvatore in corso Vittorio Emanuele n. 398 che avrà come relatore don Pino Ruggieri. Il terzo appuntamento sarà lunedì 20 marzo 2017 alle ore 19 nella Chiesa Cattedrale sul tema: “Fil. 2, 5-11. La kenosi del Figlio”, relatore fra’ Enzo Bianchi.