Intervento per la conferenza stampa
Salone Filangieri 8 luglio 2023
Corrado Lorefice, Arcivescovo
Forse non corrisponde ai canoni di una conferenza stampa la modalità che ho scelto per questo mio intervento, ma certamente al mio cuore che vuole vivere ogni momento e ogni evento della vita al ritmo di ciò che ultimamente la motiva. Unica via per intercettare l’altro, gli altri, e instaurare relazioni autentiche, dialoghi arricchenti e costruttivi. Oltre i rigidi canoni dei protocolli comunicativi. Dei formalismi convenzionali.
Il IV Centenario va celebrato ma non ridotto a mera commemorazione, o a un insieme di manifestazioni civili e religiose.
È una opportunità per l’intera Città. Per riappropriarsi di una presenza che ha ancora molto da dirci, da suggerirci per i nostri vissuti personali e comunitari, per il nostro abitare la nostra e sua città.
Lei, Rosalia sale in alto, sul Monte Pellegrino per ritrovare uno sguardo d’insieme e recuperare uno sguardo dal basso, dalla concreta vita di una città aggredita dalla peste. Scende nella vita concreta di una donna ammalata e guarita, di un saponaro deluso e appesantito dalla durezza della vita. Attraverso loro raggiunge il vescovo della città e in lui la Chiesa viva fatta di pietre vive che vive a Palermo. Vuole essere in mezzo ai suoi fratelli e sorelle nella fede, tra i suoi concittadini. Tutti. Condividerne in tutto il travaglio, la sofferenza, i lutti, la povertà, la tristezza. Il desiderio di vita e di felicità. Vuole coinvolgersi in un’opera di liberazione. Si interessa della sua polis. La vuole libera.
Partecipa al sogno di Dio. Rosalia conosce bene che Dio sogna da sempre una città libera dal male. Chi ha Dio partecipa del sogno di Dio. Dio non schiaccia la città, la sua presenza non la opprime. Semmai Dio libera dagli oppressori, dalle pesti di ieri e di oggi. Dio è amico degli uomini e delle donne. Amico fedele. Fino a con-patire.
Rosalia scende dal monte nella città perché Dio è sceso e scenderà sempre e comunque finché ci sarà un solo uomo o una sola donna che soffre.
Pino Puglisi e Biagio Conte, come Rosalia sono scesi in campo per questo, perché testimoni di un Dio che scende in campo, amico degli uomini e delle donne. Costruttore insieme a noi di una città libera dal male. Dal male che si struttura in potere ma sempre a partire da cuori induriti perché dimentichi di Dio. Incapaci di riconoscere Dio nel volto dall’altro perché narcisisticamente ripiegati a contemplare e ad adorare se stessi.
Rosalia ci ricorda un Dio presente nella città. Un Dio che ci chiede di assumerci la responsabilità di costruirla insieme. Tutti. Averne cura. Non depredarla. Servirla. A maggior ragione chi si assume il compito di amministrare la città.
Da qui l’apertura del mio cuore. La preghiera che voglio innalzare sin da ora. Iniziamo un IV Centenario che ci accompagni a celebrare la liturgia della vita. La vita che condividiamo nella casa comune che è la nostra città.
- Corrado Lorefice Arcivescovo